Il Turbo, un mondo tutto da scoprire, le cui eccellenze in Italia sono veramente poche!
a cura di Pier Stefano Gallo Perozzi- 2 Febbraio 2017
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Oggi un appassionato che desidera elaborare la propria vettura o solo ripararla cerca in internet informazioni valide al fine di poter poi effettuare la propria scelta nel modo migliore ma, per quanto riguarda i turbocompressori, nella maggior parte dei casi riceverà informazioni da persone od aziende che nella realtà di questa tecnologia poco sanno.
Officine che hanno fatto delle prove, persone che hanno letto alcuni argomenti, aziende che importano prodotti cinesi camuffandoli per italiani, ecc… Difficilmente si ricevono informazioni direttamente da coloro che hanno reale esperienza e competenza al riguardo delle tecnologie passate ed attuali.
Nel mercato dei turbo in Italia le conoscenze tecniche vengono dalle esperienze maturate dalle case costruttrici che nel mondo sono praticamente solo 6: Honeywell – Garrett, Borg Warner – KKK, Mitsubishi – MHI, Ishikawajima – IHI, Holset – CTT, Toyota e per circa 30 anni pochissimi sono stati i personaggi che hanno gestito la diffusione dei turbocompressori nel settore del primo impianto e dell’agonismo. Toyota non ha mai operato in Italia al fine di fornire turbo ai costruttori di motori, mentre Garrett e KKK hanno fornito turbine per tutti i settori dall’automotive, al marino, all’agricolo ed all’industriale, Mitsubishi ed IHI hanno fornito i costruttori di motori per autovetture e veicoli commerciali leggeri mentre Holset ha fornito solo il settore agricolo, marino ed industriale. Holset ha gestito i progetti italiani operando direttamente dall’Inghilterra ed inviando i propri tecnici di volta in volta mentre Garrett, KKK, Mitsubishi ed IHI hanno seguito i vari sviluppi direttamente tramite specialisti operanti direttamente in Italia. SAITO, nel mondo del turbo, è l’unica azienda di distribuzione italiana fondata direttamente da uno di questi specialisti ed oggi è riferimento per il settore tecnico avendo la padronanza di parlare di argomenti complessi quali rendimenti, contropressioni, temperature, limiti di overspeed, velocità periferiche, ecc…
Molti dei commenti tecnici che si leggono nei vari forum o su Facebook, citati da persone la cui conoscenza è quasi nulla, umilia questa fantastica e complessa tecnologia, portando un intero mercato a trattare l’argomento con superficialità ed incompetenza con il solo obiettivo di vendere un prodotto piuttosto che un altro. Attuatori colorati, valvole pop off sgargianti, coperchi d’alluminio anodizzati, turbine rigenerate e verniciate (tanto per coprire le eventuali magagne), fasulle dichiarazioni di “made in Italy” piuttosto che di utilizzo di ricambi originali portano gli eventuali acquirenti a considerare l’acquisto non dal punto di vista tecnico, incorrendo spesso in spese eccessive rispetto al contenuto reale di quanto acquistato. Un turbo con compressore rosso non va più forte anzi, spesso non va bene per niente perché non è ben settato per l’applicazione; un attuatore della waste gate colorato con tanti bulloncini di chiusura è decisamente meno performante ed affidabile di un attuatore originale – realizzato con molla stabilizzata a caldo, membrana fluoro-siliconica e guida interna – ma certo fa molto “racing”. Il “made in Italy” poi è una vera truffa, perché in Italia si costruiscono pochi componenti originali per turbocompressori e comunque certo non il cuore ovvero l’alberino e la girante di compressione (l’anima del turbo). Altra grande truffa ad oggi incontrollata è legata alla fornitura di copie di turbo costruite prevalentemente in Cina: queste copie non hanno omologazione ed in caso di verifiche od incidente il proprietario della vettura si ritroverà fuorilegge e sappiamo che la legge non ammette ignoranza, quindi a poco varrà il dichiarare “ma io non lo sapevo!”.
Turbo rigenerati con la sola sostituzione del corpo centrale con altro proveniente dalla Cina è oggi la pratica più diffusa per quanto riguarda la riparazione, tali turbo spesso vengono venduti ad un prezzo simile od a volte più alto di quanto venga venduto il prodotto originale sulla linea di vendita del costruttore stesso (sono presenti in Italia solo 5 aziende di distribuzione dei turbocompressori originali, il resto è fantasia!). Un mondo da scoprire, così da evitare di esser presi in giro, perché pagare 190€ per un turbo “rigenerato con un corpo centrale cinese” quando si può pagare 190€ per lo stesso turbo originale è pura follia. Pagare una sostituzione del turbo al prezzo di listino del costruttore vettura per poi avere sotto cofano un componente cinese non omologato il cui costo è nell’ordine delle decine di euro è nuovamente follia. Le differenze a livello tecnico non sono visibili ma abissali!
Richiedere al proprio meccanico o ricambista un prodotto garantito è oggi importante e questa è la missione di SAITO: fornire prodotti nuovi Originali ed omologati o prodotti rigenerati garantiti con l’utilizzo di componenti originali quando possibile.
SAITO è da 24 anni un marchio di qualità a garanzia di tutta la filiera e del cliente finale!
Articolo a cura di PSGP
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